Con lo speciale di fine anno dedicato alla poesia di Clemente Rebora, curato da Giuseppe Manfridi e accolto calorosamente dal pubblico sabato 27 dicembre, si è chiusa l’edizione 2025 de “La Biblioteca incontra”, la rassegna della Biblioteca consorziale di Viterbo che, stagione dopo stagione, ha fatto della curiosità e del dialogo il proprio respiro naturale.
Articolata in tre cicli e composta da quarantasei incontri, la rassegna ha attraversato territori lontani e contigui: la letteratura e la linguistica, le neuroscienze e la fisica quantistica, l’intelligenza artificiale, la musica, il cinema, la politica, la storia, la filosofia e l’arte. Un viaggio che ha tenuto insieme rigore e leggerezza, desiderio di conoscenza e piacere dell’ascolto.
Abbiamo avuto l’onore di ospitare autrici e autori di rilievo internazionale, molti dei quali sono tornati più volte, con generosità, a vestire il ruolo di interlocutori per altri ospiti, in un continuo gioco di rimandi e intrecci.
Ampio spazio è stato dedicato ai grandi “maestri” — da Céline a Gadda, da Tolkien a Nietzsche, da Baudelaire a Morante, Moravia, Pasolini e Joyce — senza dimenticare la riscoperta di voci oggi meno frequentate, talvolta quasi rimosse: Antonio Pizzuto, Lorenzo Calogero, Clemente Rebora. Perché una biblioteca vive anche nel coraggio di riportare alla luce ciò che rischia di perdersi.
Molto spesso abbiamo cercato l’incontro tra linguaggi diversi: arte e musica, come nella serata che ha visto insieme Luigi Serafini e Rancore; arte e cinema, con Claudio Strinati su Anselm Kiefer a partire dal film di Wim Wenders — e gli esempi potrebbero continuare a lungo. Al cinema abbiamo dedicato più appuntamenti e uno speciale sull’opera del giovane regista greco Antonis Tsonis, con l’anteprima di “Brando With a Glass Eye”.
Resta nel cuore, in particolare, l’appuntamento estivo con il Leopardi di Antonio Moresco, nella suggestiva cornice del chiostro degli Agostiniani al complesso della Trinità: un dialogo rarefatto e potente, capace di far vibrare il silenzio.
Chiudiamo questa stagione con gratitudine: per chi ha partecipato, per chi ha portato idee, per chi ha custodito il senso di comunità che, più di ogni altra cosa, ci tiene uniti. Ma l’attesa sarà breve: si riparte il 16 gennaio, con il primo di una lunga serie di nuovi incontri.
Porteremo con noi ciò che abbiamo imparato: che la conoscenza è un cammino condiviso, e che le parole – quando trovano spazio e cura – continuano a generare futuro.
