Presentazione del Calendario Arcigay Viterbo 2026

Sabato 6 dicembre, alle ore 17, Arcigay Viterbo – Peter Boom APS presenterà l’edizione 2026 del proprio calendario presso il Foyer del Teatro dell’Unione.
Il progetto, realizzato con il patrocinio dell’Assessorato Viterbo Capitale Europea della Cultura, è dedicato quest’anno al rapporto tra musica e comunità LGBTQIA+.
L’edizione 2026 propone dodici scatti della fotografa Sabrina Manfredi, con l’elaborazione visiva di Massimo Giacci e la direzione artistica di Lorenzo Abbate, vicepresidente di Arcigay Viterbo. Il progetto ha coinvolto performer, volontarə e professionistə del territorio lungo un percorso creativo durato un anno.
Un ruolo centrale nella realizzazione del calendario è stato svolto da ARCI Viterbo, che ha messo a disposizione lo spazio Biancovolta, utilizzato come base operativa per il lavoro preparatorio e per numerose sessioni fotografiche. Il Teatro San Leonardo ha inoltre messo a disposizione il proprio palco per una sessione di scatti in luce teatrale, indispensabile per la resa di uno dei set del calendario.
Alla realizzazione del progetto hanno contribuito anche la make-up artist Valeria Pacini e l’hair stylist Francesco Pieroni (Bliss Parrucchieri), responsabili della caratterizzazione estetica dei/delle performer.
Durante la presentazione del 6 dicembre verranno illustrate le fasi di lavoro e sarà mostrata in anteprima assoluta l’edizione 2026 del calendario. Interverranno il Vicesindaco e Assessore alla Cultura Alfonso Antoniozzi, la fotografa Sabrina Manfredi, Massimo Giacci e il direttore artistico Lorenzo Abbate.
La presentazione è a ingresso libero e aperta alla cittadinanza. Al termine dell’incontro sarà possibile ritirare una copia del calendario e sostenere le attività dell’Associazione.
PREFAZIONE AL CALENDARIO ARCIGAY VITERBO 2026
“Ritorna vita di un tempo, legata a gioventù, a illusioni
derelitte, e libere accanite passioni dove la musica
formava l’anima, e la brevità dei giorni era cristallo
durissimo, non friabile creta come l’oggi,
l’oggi ignudo, livido d’angoscia”
Dario Bellezza, da Morte segreta (1976)
Nella storia dei movimenti LGBT+ la presenza della musica è stata continua e riconoscibile. Molte tappe decisive delle nostre rivendicazioni e dei nostri spazi di libertà hanno preso forma attraverso brani, voci e immagini che hanno accompagnato generazioni, contribuendo in maniera fattiva alla creazione di un’identità collettiva.
La scelta di dedicare il Calendario Arcigay Viterbo 2026 alla musica nasce proprio da questa consapevolezza. Non abbiamo semplicemente illustrato delle canzoni, ma abbiamo provato a farle rivivere in immagini che si dispongono come scene di un racconto condiviso. Ciò che governa questo calendario è, d’altra parte, un gesto sinestetico: un tentativo di tradurre ciò che si ascolta in ciò che si vede.
Se la musica ci ha accompagnato nel lungo percorso di comunicarci al mondo, questo calendario prova a restituirle la parola, lasciando che gli scatti diventino spartiti visivi. Ogni fotografia nasce da un brano che, nella storia o nell’immaginario della comunità, ha aperto un varco: suggerendo forme di libertà, nominando il desiderio, offrendo slogan di protesta o aprendo spazi di introspezione.
Ma la musica è anche memoria politica. A Stonewall, un jukebox rotto divenne detonatore simbolico di una rivolta. Nei bar clandestini, tra persone che evitavano le reprimende di leggi persecutorie e che fiorivano nel buio, le canzoni tracciavano infinite vie: possibilità di un altrove e di futuri più felici. Nei cortei dei Pride, infine, la musica ha catalizzato una metamorfosi: da sottofondo intimo è divenuta forza centrifuga capace di riscrivere la geografia delle città e di aprire, plasticamente, a diritti che fino al giorno prima sembravano inimmaginabili.
Ogni brano scelto per questo calendario dialoga con questa genealogia come variazione su un tema comune: l’ostinata volontà di esserci, di resistere e di esistere.
Scrivo questa prefazione come vicepresidente di Arcigay Viterbo, ma soprattutto come parte di una Comunità che ha imparato, negli anni, che la cultura non è un semplice ornamento, bensì uno dei fondamenti attraverso cui una collettività di persone si costituisce, appunto, in Comunità. La cultura, e quindi i progetti che si muovono in questo spettro, permette a persone e gruppi di riconoscersi, di elaborare la propria storia e, non da ultimo, di immaginare un futuro.
Questo calendario è quindi un tassello di quella costruzione: un esperimento di sinestesia identitaria, un omaggio alla musica come compagna di tutte le nostre lotte, singolari e collettive, un modo per dire – ancora una volta, e con altre forme – che siamo qui e intendiamo restarci, visibili e riconoscibili.
Un ringraziamento particolare va a chi ha reso possibile questo lavoro:
– alla fotografa Sabrina Manfredi e al grafico Massimo Giacci, che hanno trasformato idee sparse in un progetto unitario e in un’opera visiva compiuta;
– alla truccatrice Valeria Pacini e al parrucchiere Francesco Pieroni, la cui professionalità ha contribuito in modo decisivo alla qualità e alla coerenza estetica degli scatti;
– al Comitato Provinciale Arci di Viterbo, che ha messo a disposizione per gli scatti lo spazio Biancovolta;
– al Teatro San Leonardo, che ha offerto gratuitamente il proprio palco per diversi scatti, sostenendo in modo concreto la riuscita del progetto;
– a tutte le persone che hanno voluto prestarsi a questo gioco molto serio di scatti;
– al Consiglio Direttivo di Arcigay Viterbo, che anche quest’anno mi ha concesso piena fiducia nella realizzazione del calendario;
– e infine al Comune di Viterbo, che attraverso l’Assessorato Viterbo Capitale Europea della Cultura ha sostenuto il progetto mediante la concessione del patrocinio, riconoscendone il valore culturale e la funzione sociale.
Lorenzo Abbate
Vicepresidente
Arcigay Viterbo – Peter Boom
