
Il trasporto si è svolto a luci accese per motivi di sicurezza. Indagini in corso.
Forte tensione durante l’evento più atteso dell’anno a Viterbo: il Trasporto della Macchina di Santa Rosa. Mentre migliaia di persone affollavano le vie del centro per assistere al passaggio della monumentale macchina illuminata, la Digos ha tratto in arresto due uomini di origine turca, trovati in possesso di armi da fuoco e mitra in una struttura ricettiva nei pressi del santuario di Santa Rosa, punto d’arrivo della processione.
L’allerta ha immediatamente fatto scattare un imponente dispositivo di sicurezza, con l’intervento sul campo anche di unità speciali, tra cui i NOCS e cecchini. I due sospetti sono stati condotti in Procura e interrogati dal Pubblico Ministero che coordina le indagini.
Si ipotizza un possibile collegamento con la criminalità organizzata turca, ma al momento gli inquirenti non escludono alcuna pista.
Per la prima volta, la Macchina ha attraversato la città a luci accese, in deroga alla tradizione del trasporto al buio. Una scelta dettata da esigenze di sicurezza, comunicata poco prima dell’inizio della manifestazione, poco gradita dal pubblico presente.
Nonostante la preoccupazione, il Trasporto si è svolto regolarmente, con la Macchina “Dies Natalis” – alta circa 30 metri e sorretta da oltre 100 facchini – che ha percorso le storiche vie cittadine tra applausi e commozione. A garantire l’ordine pubblico, un dispiegamento straordinario di oltre 500 operatori, tra forze dell’ordine, esercito, vigili del fuoco e volontari della protezione civile.
Il questore di Viterbo, Luigi Silipo, ha confermato la portata eccezionale del dispositivo di sicurezza.
Le autorità stanno verificando eventuali complici o connessioni internazionali dietro l’accaduto. Gli arrestati restano in stato di fermo, in attesa della convalida. La Procura di Viterbo mantiene il massimo riserbo sull’inchiesta, mentre la comunità si interroga su quanto accaduto.