
Tra le presenze internazionali Bruce LaBruce, Mika Myllyaho e Albert Ostermaier
Un omaggio della drammaturgia contemporanea alle sensibilità di Pier Paolo Pasolini nella ricorrenza dei 50 anni dalla morte e a Michelangelo Buonarroti a 550 anni dalla nascita. Al via a Viterbo la XXIX edizione del Festival Quartieri dell’Arte contrassegnata dallo slogan “Michelangelo-Pasolini 550-50. Siete in linea?” a rimarcare il fatto che i due personaggi hanno frequentato la Tuscia lasciando tracce che a ben guardare restano ancora evidenti.
Il Festival si lega ai beni materiali e immateriali del territorio attraverso l’apporto di drammaturghi e registi contemporanei, sia dal curriculum consolidato che emergenti e ricorre a ibridazioni tra drammaturgia contemporanea, clubbing, occasioni sociali, associando tipologie di performer tradizionali con nuove figure sempre più utilizzate sui palcoscenici globali e costituendosi come una sorta di Festival-laboratorio.
Dopo una serie di incontri-performance intitolati “Intermezzo nella Sistina” con contributi tra gli altri di Albert Ostermaier e Anne Riitta Ciccone dove gli autori hanno illustrato i loro Pantheon di reference e le loro relazioni con l’opera di Michelangelo e di Pasolini, il Festival entra nel vivo con una serie di esperimenti di cui si fa carico il direttore artistico del Festival.
Il 27 e 28 settembre al Teatro dell’Unione va in scena “Naso e cielo- una ruminazione italica” pastiche pirandelliano-defilippiano-pasoliniano di Gian Maria Cervo, anche regista con la supervisione di Pierpaolo Sepe che firma anche la regia de “Il Rinascimento” collaborazione tra Cervo e il comico Massimo Bagnato a partire dagli scritti di Walter Pater. Il 2 novembre va in scena “EGG” performance scaturita da un progetto teatro-filmico frutto della collaborazione tra Gian Maria Cervo e Bruce LaBruce che, incentrato sull’esaltazione pasoliniana di Napoli come città anarchica, ribelle e resistente, riunisce culti virgiliani e divinità ctonie alla figura di Pulcinella e va in scena nella Sala delle Muse della Rocca Albornoz di Viterbo che ospita uno splendido Vejoves e le muse del Teatro Romano di Ferento, nella piazza dove abitò Annibal Caro, il più noto traduttore dell’Eneide, con Roberto Caccioppoli e il modello Eugenio Castaldo.
Le presenze internazionali contemplano la prima mondiale di “Cinex Strips” di Albert Ostermaier diretto da Sara Sole Notarbartolo, da quest’anno direttrice associata del Festival con la studiosa Mara Matta, e una nuova messa in scena di “Caos” di Mika Myllyaho coprodotto con il Florian Metateatro (4 novembre) curato da Anne Riitta Ciccone.
Gli altri interventi autoriali vedono la mano di drammaturghi di varie generazioni, da Dino Villatico (“Il Quattrocento”) ai giovanissimi Matteo Bertolotti e Marco Curci, presenti con “Gilgamesh” (30 ottobre), alla collaborazione tra lo stesso Bertolotti e lo streamer drammaturgo attore Mario Sturniolo (“Generale Fallimentare – Ho fatto Teatro, il 4 novembre).