
Il Tavolo per la pace di Viterbo torna a scrivere ai Comuni del Viterbese e all’amministrazione provinciale in merito a quanto sta avvenendo a Gaza e in Cisgiordania e stavolta propone di votare una mozione che faccia pressione su Israele affinché ponga termine a quello che ormai è difficile negare essere un genocidio: in un territorio con l’80% degli edifici distrutti e un bilancio di vittime compreso tra 55.000 e 300.000 (secondo alcune stime) si è arrivati a sparare deliberatamente persino su bambini in fila per l’acqua, non si è risparmiata nemmeno la chiesa cattolica della Sacra Famiglia (3 morti in questi giorni, già 2 nel ‘2023), si continuano a limitare aiuti vitali al punto di avere più di 5500 casi di malnutrizione e 80 bambini morti per fame (le ONG parlano di “carestia di massa”), prosegue l’aggressione all’ONU (distrutto il magazzino dell’OMS contenente viveri e medicinali e allontanato il personale), si vorrebbe deportare un popolo per trasformare poi la sua terra in una riviera balneare, ci si disinteressa di fatto anche della vita degli stessi ostaggi israeliani (lo stesso presidente Herzog il 6 luglio scorso aveva chiesto a Netanyau di firmare l’accordo con Hamas per il cessate il fuoco e la loro liberazione).
Con riferimento a quanto già deliberato da diverse amministrazioni regionali e comunali (alcune del viterbese), il Tavolo ha inviato ai Consigli comunali un messaggio e una bozza in cui si chiede di impegnare il sindaco e la Giunta a:
- condannare pubblicamente le azioni militari indiscriminate di Israele contro la popolazione civile di Gaza e
della Cisgiordania e la sistematica violazione del diritto internazionale umanitario; - sospendere o limitare ogni forma di collaborazione, gemellaggio, scambio culturale e istituzionale con enti
governativi israeliani finché non cesseranno le ostilità e verrà permesso all’ONU di distribuire gli aiuti
umanitari necessari alla sopravvivenza della popolazione palestinese - sospendere o limitare ogni forma di scambio commerciale con aziende israeliane;
- invitare il Governo italiano e l’Unione Europea a interrompere la fornitura di armi a Israele, a sospendere gli
accordi economici e militari finché non verranno rispettati i diritti umani; - promuovere incontri pubblici e momenti di sensibilizzazione nei luoghi civici e scolastici per informare la
cittadinanza sulla situazione in Palestina e promuovere una cultura di pace e nonviolenza; - attivarsi presso ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) per una presa di posizione unitaria dei comuni
italiani contro la guerra in corso.
Quello del Tavolo vuole essere uno stimolo affinché, qualunque sia il proprio colore politico, ogni amministratore
faccia appello alla propria coscienza e ai propri migliori valori e mandi un messaggio istituzionale deciso e concreto a
chi sembra non avere più alcuna pietà per una situazione che lo stesso papa Leone XIII ha definito “tragica e
disumana”.
La conclusione del messaggio ai Comuni: “Sappiamo che, essendo ormai in periodo estivo, potrebbero non esserci
altre convocazioni del Consiglio; tuttavia, le bombe non vanno in vacanza. Vi chiediamo quindi di prevedere già ora
un ordine del giorno per la prima seduta di settembre, nella speranza che, per allora, non ci sia più bisogno di
discuterlo”.
Il Tavolo per la pace di Viterbo