Martedi’ 9 dicembre 2025 a Viterbo presso il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” si e’ tenuto un incontro di presentazione dell’appello “Per la pace nel cuore d’Europa” promosso da padre Zanotelli e da altre persone amiche della nonviolenza.
Al termine dell’incontro e’ stato rivolto un invito a tutte le persone impegnate per la pace sia a sottoscrivere l’appello inviando la loro adesione agli indirizzi: centropacevt@gmail.com, crpviterbo@yahoo.it, sia a diffonderlo ulteriormente.
Facciamo sentire la voce dell’umanita’.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
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Di seguito il testo dell’appello ed allegati in calce alcuni materiali relativi (a cui aggiungiamo come ulteriore utile contributo alla riflessione un documento promosso da Raniero La Valle e sottoscritto tra gli altri dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel).
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Il testo dell’appello “Per la pace nel cuore d’Europa”
Il tragico silenzio di noi pacifisti dinanzi alla guerra nel cuore d’Europa. Umile un appello
Mentre ci sembra che in solidarieta’ con il popolo palestinese per chiedere la pace e un accordo che metta fine ai massacri e alle violenze a Gaza e in Cisgiordania il movimento pacifista italiano si sia mobilitato e continui a mobilitarsi, e questo e’ un bene, invece in solidarieta’ con il popolo ucraino per chiedere la pace e un accordo che metta fine ai massacri e alle devastazioni in quel martoriato paese il movimento pacifista italiano sembra riuscire a fare purtroppo ben poco, veramente troppo poco, e questo e’ un male.
Ci sono diversi motivi per questa incapacita’ di mobilitazione, e non ci sembra necessario enunciarli ed interpretarli qui.
Qui e adesso ci sembra necessario chiedere a tante persone amiche sinceramente impegnate per la pace di esprimere pubblicamente un corale persuaso appello per la pace nel cuore d’Europa.
Abbiamo gia’ argomentato nei giorni scorsi perche’ ci sembri assolutamente necessaria e urgente una mobilitazione della societa’ civile e delle istituzioni democratiche per chiedere la cessazione immediata della guerra in Ucraina, ed in calce alleghiamo per chi fosse interessato quel che abbiamo gia’ scritto.
Il nostro tragico silenzio favorisce la folle e scellerata prosecuzione della guerra e delle stragi, favorisce il delirio bellicista e riarmista dei governi di tutta Europa dall’Atlantico agli Urali, favorisce il sempre piu’ evidente pericolo che dal focolaio ucraino possa scatenarsi un incendio di dimensioni sempre piu’ ampie e sempre piu’ incontrollabili, ovvero che da una guerra locale si passi a una guerra continentale e poi mondiale, col rischio di trascinare l’umanita’ intera nel baratro.
Chiediamo coralmente la fine immediata della guerra nel cuore d’Europa.
Chi condivide questa opinione ci aiuti a far circolare questo appello.
padre Alex Zanotelli
Marta Anderle
Giuseppe Barone
Claudio Boreggi
Franco Borghi
Alessandra Cangemi
Francesco Domenico Capizzi
Luciana Carotenuto
Augusto Cavadi
Angelo Cifatte
Mario Cossali
Renzo Craighero
Nicoletta Crocella
Pasquale D’Andretta
Mario Di Marco
Domenico Di Martino
Luigi Fasce
Davide Ghaleb
Franca Grasselli
Antonella Litta
Giovanni Mandorino
Vittorio Miorandi
Rosangela Mura
Enrico Peyretti
Carmen Plebani
Giuliana Rossi
Mara Rossi
Sara Adriana Rossi
Peppe Sini
Ada Tomasello
padre Efrem Tresoldi
Vincenzo Valtriani
Giulio Vittorangeli
Luisa Zanotelli
Anpi sezione “Angelo Bettini” – Rovereto-Vallagarina
Associazione Italia-Nicaragua, circolo di Viterbo
“Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo
Circolo “Guido Calogero e Aldo Capitini” di Genova
Gruppo Donne in Nero – Rovereto
“Scienza medicina istituzioni politica societa’” odv
Tavolo per la pace di Viterbo
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Appello gia’ pubblicato nei siti:
AmbienteWeb
Peacelink
Pressenza – International Press Agency
Smips
Diffusione a cura del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo
Viterbo, 10 dicembre 2025
Mittente: “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt@gmail.com, crpviterbo@yahoo.it
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Allegato primo: Una lettera aperta a tante amiche e a tanti amici impegnati per la pace, i diritti umani, la liberazione dei popoli, il bene comune dell’umanita’, per chiedere un rinnovato impegno comune contro la guerra in Ucraina
Carissime amiche e carissimi amici,
ci sembra che negli ultimi due anni l’attenzione e l’impegno dei movimenti per i diritti umani, pacifisti e nonviolenti per far cessare la terribile guerra in Ucraina si sia purtroppo molto attenuato, mentre invece la guerra continua e i governi dei principali paesi europei, ed in testa l’Unione Europea, continuano a fare di tutto affinche’ quella guerra non solo non finisca, ma uccida sempre piu’ persone, distrugga sempre piu’ insediamenti umani e beni naturali, infetti sempre piu’ le relazioni internazionali e provochi un riarmo il cui esito non puo’ essere che un conflitto generalizzato che se divenisse anche nucleare potrebbe porre fine all’esistenza dell’umanita’.
Mentre e’ giusto e necessario mantenere l’attenzione sulla situazione mediorientale ed adoperarsi affinche’ si consolidi il processo di pace, cessino i massacri, si soccorrano tutte le vittime, si trovino accordi verso soluzioni strutturali che garantiscano finalmente pace, sicurezza, diritti e convivenza a tutti i popoli dell’area, ebbene, la stessa attenzione e lo stesso impegno dovrebbero essere espressi anche in relazione alla guerra in corso nel cuore d’Europa, affinche’ anche qui si ottenga finalmente che tacciano le armi, cessino le stragi, siano soccorse tutte le vittime, si apra un negoziato che porti alla pace.
Scrivendo queste parole speriamo che possano contribuire a promuovere un rinnovato impegno comune.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la pace salva le vite.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Un fraterno saluto,
il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo
Viterbo, 13 novembre 2025
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Allegato secondo: Col cuore pensante per la pace nel cuore d’Europa
Prima che sia troppo tardi si ponga fine alla guerra in Ucraina.
Tacciano le armi e si avviino negoziati di pace.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che gia’ troppi esseri umani sono morti.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa si espanda ancor piu’.
Ogni persona che vive in Europa deve essere consapevole che occorre fermare la guerra prima che essa diventi continentale, mondiale, atomica.
Le persone, le associazioni, le istituzioni sollecite del bene comune dell’umanita’ si adoperino per la cessazione immediata della guerra nel cuore d’Europa cosi’ come in qualunque parte del mondo.
Chi vive in Italia si adoperi affinche’ il governo italiano e l’Unione Europea cessino di alimentare la guerra e i deliri bellicosi e si adoperino finalmente per la pace che salva le vite.
Dalla Costituzione della Repubblica italiana fino alla Carta dell’Onu, tutti i grandi documenti giuridici dell’umanita’ chiamano tutte le persone senzienti e pensanti come tutte le civili istituzioni ad opporsi alla guerra e alle uccisioni, ad impegnarsi per la pace e per salvare le vite.
Salvare le vite e’ il primo dovere.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Solo la nonviolenza puo’ salvare l’umanita’.
Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo
Viterbo, 23 novembre 2025
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Allegato terzo: Una lettera aperta alla Presidente del Consiglio dei Ministri: “Per la pace nel cuore d’Europa”
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le scrivo per sollecitare un impegno dell’Italia per la cessazione immediata della guerra in Ucraina, per salvare tutte le vite che e’ ancora possibile salvare, per la pace nel cuore d’Europa, per stornare il pericolo di una guerra mondiale.
Le scrivo avendo presenti le parole della legge fondamentale del nostro paese, la Costituzione della Repubblica italiana, che all’articolo 11 recita: “L’Italia ripudia la guerra…”.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
mi duole dover constatare come tanti, troppi governi europei, in questi anni invece di adoperarsi per la fine della guerra si siano adoperati piuttosto per alimentarla, in un vero e proprio delirio distruttivo che nessun artificio retorico puo’ riuscire ad occultare.
Sia l’Italia a chiamare l’Europa intera ad uscire dal delirio e ad impegnarsi per la cessazione immediata del crimine immenso che si sta consumando da anni nel cuore del continente e che minaccia peraltro di evolvere in una vera e propria guerra mondiale il cui esito qualora si passasse all’uso delle armi atomiche potrebbe essere l’annientamento dell’umanita’.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei come me ricordera’ la terribile tragedia del genocidio della popolazione Ucraina, l’Holodomor, realizzato dal regime totalitario staliniano all’inizio degli anni Trenta del Novecento;
lei come me ricordera’ l’orrore della Shoah che coinvolse anche l’Ucraina nel corso della seconda guerra mondiale;
lei come me ricordera’ gli eventi che portarono alla sanguinosa e ininterrotta guerra civile nelle regioni di confine tra Ucraina e Russia circa dieci anni fa;
lei come me ricordera’ l’occupazione manu militari della Crimea da parte della Russia nel 2014;
ed ovviamente lei come me ha assistito con orrore e sgomento all’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe il 24 febbraio 2022; e dal 2022 questa guerra folle e scellerata e’ in corso, e di essa e’ vittima innocente la martoriata popolazione ucraina.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
non e’ questa la sede per esprimere un giudizio storico, basti il giudizio morale: la guerra e’ sempre e solo un crimine contro l’umanita’, poiche’ essa sempre e solo consiste nell’uccisione di innumerevoli esseri umani che avevano il diritto di vivere.
Saranno naturalmente le corti di giustizia internazionali a giudicare l’accaduto e ad emettere le sentenze conseguenti; quello che mi preme dirle adesso e’ qualcosa di piu’ semplice e immediato: ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente la guerra; ci si adoperi finalmente per far cessare immediatamente le stragi; ci si adoperi finalmente per un immediato “cessate il fuoco” ed un immediato avvio di trattative di pace.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
le sembra ragionevole quanto ho scritto?
Puo’ e vuole farsi promotrice di un impegno esplicito e concreto del governo italiano per cercare di fermare immediatamente la guerra e salvare tutte le vite che e’ ancora possibile salvare? Solo la pace salva le vite.
Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri,
salvare le vite e’ il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro per la pace ed il bene comune dell’umanita’.
Il responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo
Viterbo, 25 novembre 2025
Post scriptum: mi permetto di allegare in calce una lettera che ho indirizzato alcuni giorni fa al Presidente della Repubblica per esprimergli il mio apprezzamento per quanto detto nel discorso tenuto a Berlino lo scorso 16 novembre.
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Allegato quarto: Una lettera aperta al Presidente della Repubblica italiana: “Continui a far sentire la sua voce per la pace, per fermare immediatamente la guerra nel cuore d’Europa”
Egregio Presidente della Repubblica,
ho molto apprezzato il discorso da lei tenuto a Berlino il 16 novembre “per fare memoria dei caduti, delle vittime della guerra e della violenza”.
Ed in esso quel suo monito: “se vuoi la pace, devi costruirla e preservarla”, cosi’ nitido e luminoso proprio mentre – per citare ancora le sue parole – “nuovi ‘dottor Stranamore’ si affacciano all’orizzonte, con la pretesa che si debba ‘amare la bomba’”.
Il suo “mai piu'” e’ condiviso da ogni persona di retto sentire e di volonta’ buona, sollecita del bene comune dell’umanita’: mai piu’ la guerra, mai piu’ uccisioni, ogni vittima ha il volto di Abele, salvare le vite e’ il primo dovere.
Egregio Presidente della Repubblica,
si e’ perso gia’ troppo tempo: anni in cui innumerevoli esseri umani in Ucraina sono stati uccisi in una guerra folle e scellerata come tutte le guerre.
Occorre fermare immediatamente questa guerra nel cuore d’Europa.
Purtroppo, e tragicamente, i governi di gran parte dei paesi europei si adoperano affinche’ sempre piu’ persone vengano uccise, invece di adoperarsi per promuovere e sostenere negoziati di pace che pongano immediatamente fine al massacro della popolazione ucraina vittima di una brutale aggressione.
Come nel conflitto mediorientale occorre addivenire al piu’ presto a un cessate il fuoco, all’apertura di negoziati di pace: salvare le vite e’ il primo dovere.
Egregio Presidente della Repubblica,
continui a far sentire la sua autorevole voce per la pace e il disarmo, la unisca a quella del pontefice cattolico, invochi la pace che salva le vite, chieda che si arresti la strage in corso, chiami tutti i paesi europei – tutti, dall’Atlantico agli Urali – ad adoperarsi per la cessazione del massacro: chieda alla Russia di porre termine alla barbara, mostruosa aggressione; chieda ai paesi europei i cui governi insipienti e irresponsabili in questi anni hanno soffiato sul fuoco e fornito strumenti di morte, pur ben sapendo che la loro folle e sciagurata politica avrebbe contribuito a provocare lo sterminio della popolazione ucraina, di recedere da questo criminale ed insensato atteggiamento; chieda a tutti di considerare anche il pericolo che l’intera popolazione europea e l’intera umanita’ corre se non si spegne al piu’ presto questo incendio tornando al negoziato diplomatico, all’interlocuzione politica, al dialogo per comporre i conflitti, alla cooperazione internazionale in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorrono pace, disarmo e smilitarizzazione per salvare tutte le vite, e salvare le vite e’ il primo dovere.
Ringraziandola ancora per le sue sagge e commosse parole berlinesi, voglia gradire distinti saluti,
il responsabile del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo
Viterbo, 18 novembre 2025
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Allegato quinto: Due riflessioni di Enrico Peyretti, uno dei maggiori maestri della cultura della pace.
Volentieri sottoscrivo l’appello, perche’ e’ giusto, come tutti gli altri dello stesso significato. La guerra va anzitutto evitata, perche’ e’ sempre male, e’ distruzione e omicidio; va evitata e poi risolta con dialogo, mediazione, parita’. “Nessuno sia vinto” (Buddha citato da Gorbaciov). “Molto meglio una pace ingiusta di una guerra giusta” (Erasmo citando Cicerone, ripetutamente). Se pensano e se vogliono, e se si preparano, i popoli possono difendersi da un’aggressione con la resistenza popolare nonviolenta, evitando di confermre la guerra con la guerra.
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Veramente sconfitto e’ il popolo che contro la guerra conosce solo la guerra. Documentare le alternative storiche alla guerra
Ricordo alcune domande: come e’ possibile difendere la dignita’ umana da aggressioni armate, senza usare armi? Cioe’, senza duplicare la violenza di offesa con la violenza di difesa (che e’ ugualmente disumana)?
Nelle presentazioni e discussioni sul libro “Fino alla liberazione dalla guerra” (Ed. Mille, 2025, info@edizionimille.eu), presentato e discusso a Torino (CSSR), a Ivrea (Mir), a Cagliari (lovesharingfestival), di nuovo a Torino (CAM), la cosa piu’ importante sono state queste domande.
C’e’ molta ignoranza sulle alternative alla guerra. Questa debolezza e’ rassegnazione passiva al male, e favorisce i signori della guerra. Chiediamoci: possono i popoli compiere quel cambiamento culturale per cui non sia piu’ accettabile il trionfo della forza contro il diritto? Perche’ il principio vitale del “non uccidere” (fatto valere nel privato) non vale nella politica sovrana degli stati omicidi? Possiamo pensare normali le politiche e istituzioni di morte (esercito, guerra, patria nazionalista, culture suprematiste) come le politiche di vita? Come rispondere alla forza militare con la forza nonviolenta? La nonviolenza e’ vilta’, resa e sottomissione, oppure e’ una forza dotata anche di efficacia liberatrice documentata?
Queste e simili domande sono state poste dagli attenti discussant, nelle occasioni suddette, e meritano tutta l’attenzione e l’impegno culturale e politico. In questo libro come in altri penso di avere richiamato alcune basi etico-politiche, e anche dati storici raccolti da vari ricercatori (una mia bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente e’ in rete). Ma la conoscenza diffusa e criticamente documentata delle possibilita’ di un popolo di difendersi dalla violenza bellica senza replicarla (e cosi’ confermarla), e’ ancora conoscenza rara, non accolta negli studi accademici, tantomeno nell’informazione corrente: e’ storia oscurata dal semplicismo fatalistico del “la guerra c’e’ sempre stata e sempre ci sara’”. Che e’ un omaggio rassegnato al male disumano. Altri mali contro la convivenza sono stati superati, cosi’ deve e puo’ essere superata la guerra, massimo male. La cultura della pace deve lavorare intensamente non solo per affermare la superiorita’ etico-politica della resistenza forte alla guerra senza riprodurla, ma per mostrare anche la realta’ della pace attiva nella storia umana. Lo sviluppo di istituzioni piu’ civili ha espulso dalla realta’ storica istituzioni violente prima accettate come naturali (schiavitu’, tortura, pena di morte, ecc.). Ci sara’ sempre nell’uomo il dilemma bene-male, ma non deve regnare l’istituzione del male disumano. Insieme a cio’ occorre mostrare gli enormi crescenti pericoli contro tutta l’umanita’ che la guerra causa, al punto che si deve riconoscerla “fuor di ragione”, e percio’ impegno essenziale di una politica sensata e’ espellerla dalla pratica, dalla preparazione, dalla istituzione, dai mezzi d’azione pensabili nei conflitti, e dal criminale alto profitto dell’industria militare.
Molti lavori sono stati fatti, ma non sono conosciuti, p. es. la ricca collana (decine di opuscoli) del Movimento Nonviolento e di La Meridiana, e altri editori, dagli anni ’90, sulle esperienze di Difesa Popolare Nonviolenta, oltre i lavori accurati di autori come Sharp, Galtung, Semelin, Nanni Salio, ecc. L’ignoranza di questa cultura della pace veramente possibile e’ rassegnazione al peggio della natura e della storia umana. Veramente sconfitto e’ il popolo che contro la guerra conosce solo la guerra.
I movimenti per la pace, oltre le proteste e le denunce, mi pare che debbano oggi di nuovo studiare e documentare che l’umanita’ e’ capace – col necessario grande impegno – di non suicidarsi nei conflitti acuti, e di costruire composizioni sagge, equilibrate, di convivenza giusta tra tutti i popoli, ormai uniti di fatto dal problema ecologico, dalla comunicazione, e dalla inseparabile sorte planetaria.
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Allegato sesto: “La guerra in Europa e il futuro del’Italia: allarme ai cittadini per la militarizzazione della societa’”. Un appello promosso da Prima loro e da Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa’ di Bologna e sottoscritto dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel
La chiamano “guerra ibrida” per ingannarci ma sara’ come a Gaza, in Ucraina o a Hiroshima.
Noi che qui ci firmiamo lanciamo un vivo allarme ai cittadini, alle Istituzioni, Associazioni e Partiti, perche’ le attuali politiche europee stanno portando l’Europa al suicidio rischiando di innescare una guerra di grandi proporzioni in Italia e nel mondo, e perche’ la decisione dei maggiori governanti europei, a cui si e’ associato il ministro Crosetto, di portare il riarmo (“ReArm Europe”) fino al ripristino della Leva, maldestramente definita come “volontaria”, rivela la vera natura dell’Europa e del mondo che si sta costruendo. Si tratta dell’ultimo stadio della forma economico-sociale dominante, consistente in un capitalismo militarizzato, che per presidiare il dominio del denaro e di una finanza incondizionata, procede alla militarizzazione non solo di tutto cio’ che attiene alla cosiddetta “sicurezza”, ma della societa’ tutta intera, cioe’ della mente, del cuore, della cultura, dell’informazione, dell’Accademia, delle scuole. La nuova coscrizione minacciata ai giovani, che non potrebbe che essere obbligatoria se veramente si trattasse, come una volta, di difendere la Patria, rimetterebbe in discussione anche l’obiezione di coscienza che nella legislazione italiana si chiama “obbedienza alla coscienza”. E l’Europa, cominciata col rifiuto della CED (Comunita’ Europea di Difesa) finirebbe nella UED (Unione Europea di Difesa).
E che la vera partita sia quella di inquinare le coscienze e’ dimostrato dal fatto che la Commissione Europea ha altreso’ “svelato la nuova strategia” di sicurezza interna, chiamata “Protect Eu”, che prevede un “cambiamento culturale”, addirittura un “cambiamento di mentalita’”, cioe’ del modo di pensare e dei principi ispiratori dell’agire, che coinvolga “l’intera societa’, i cittadini, le imprese, i ricercatori, la societa’ civile”.
La militarizzazione, il “ruere ad armas”, per dirla in latino, a cui sono chiamati i cittadini e le cittadine, non significa pero’ che i loro promotori e artefici vogliano la guerra, che anzi giudicano controindicata dal punto di vista economico e contraria al valore d’uso del denaro e che Trump definisce come “stupida”, ma senza la minaccia della guerra la militarizzazione non si puo’ fare. Cosi’ viene svelata la vera ragione della parossistica denuncia della minaccia russa che, ben oltre la stentata avanzata nel Donbass, giungerebbe fino al Portogallo, facendo gridare a una guerra imminente: minaccia di guerra di cui purtroppo l’invasione russa dell’Ucraina motivata dalla minaccia del coltello alla gola della NATO ha fornito la prova regina, di cui la Commissione Europea ha approfittato per finanziare e calendarizzare per il 2030 la guerra contro la Russia.
La tragedia e’ che mentre questa guerra non e’ prevedibile in quanto una minaccia russa non c’e’, come gli Stati Uniti certificano avendo cambiato radicalmente la loro strategia di difesa finora rivolta contro la Russia, con ogni probabilita’ essa scoppierebbe ugualmente per gli stessi automatismi innescati dalla societa’ militarizzata e per la presenza in circolazione di molti Dottor e Dottoresse Stranamore. Ne’ i suoi responsabili e fautori ammetterebbero di esserne la causa perche’ non sanno quello che fanno, vittime come sono del sistema vigente che li aliena e rende estranei a se stessi stabilendo il dominio delle cose sull’uomo invece che mettere la tecnologia e le armi sotto il dominio dell’uomo.
Per cambiare le cose e interdire questo futuro di immense sciagure non occorre una rivoluzione, la quale consiste nel costruire una societa’ non ancora pensata: la rivoluzione l’abbiamo gia’ fatta e pensata, anche se incompiuta, con le Costituzioni democratiche, la giustizia come gloria del diritto, il ripudio della guerra, l’eguaglianza, i diritti umani, la comunita’ internazionale, valori universali e perenni dell’Occidente e del mondo. Quella che e’ in corso e’ infatti una controrivoluzione che rimette sul trono la guerra, infirma l’eguaglianza in nome del suprematismo bianco e recupera perfino il genocidio chiamandolo sicurezza e pace. Cio’ che ci sta accadendo e’ il passaggio a una societa’ postdemocratica. La pervasivita’ ubiquitaria del pensiero e degli obblighi militari e’ infatti incompatibile con la democrazia, anche se ne conserva e ne vanta il nome, come e’ dimostrato dallo Stato etnico di Israele.
Dobbiamo invece insorgere contro questa annunciata caduta nel precipizio rovesciando, finche’ si e’ in tempo, le politiche che vi conducono, e percio’ in modo non violento e senza rassegnazione ed indugi. In Italia e in Europa questo e’ possibile, grazie alle loro tradizioni costituzionali e anche perche’ la destra e’ tutt’altro che vincente ed unita ma anzi e’ sede di contraddizioni profonde: essa e’ insieme amante dell’America e nemica della Russia, lamentando di essere lasciata sola a difendersi quando gli Stati Uniti hanno semplicemente smesso di considerare la Russia come nemica, dandole anzi l’onore del tappeto rosso, ed e’ divisa in se stessa, perche’ vittima di contrastanti velleits’, in quanto ad esempio non si possono nello stesso tempo costruire ponti ed ammassare droni.
Percio’ intendiamo resistere alle politiche che stanno portando l’Europa al suicidio e l’Italia alla perdizione, e chiediamo a partiti, sindacati, Chiese, associazioni di ogni genere e a tutti i cittadini di mettersi in gioco in una inedita lotta politica con cinque obiettivi prioritari:
– Non sabotare il lavoro diplomatico per la cessazione della guerra in Ucraina favorendo una pace che non sia una pace ingenerosa per gli sconfitti e garantisca la reciproca sicurezza nel quadro di un ordine di giustizia e di pace tra le nazioni;
– Liberarsi dell’idea del nemico come determinante della politica e della vita internazionale;
– Aprire un dialogo con Stati Uniti, Russia, Cina e gli altri Paesi per un mondo multipolare e determinare Israele a restituire vita e futuro al popolo palestinese;
– Riprendere la costruzione dell’Europa non per farne un Superstato sovrano immune da ogni altro potere e “pronto alla guerra”, ma per creare una democrazia compiuta di persone, popoli e ordinamenti in stretta comunione tra loro;
– Concordare una decrescita della produzione, commercio e stoccaggio delle armi; portare a conclusione le trattative per il disarmo nella priorita’ della difesa della natura e perche’ la storia continui.
A tali fini proponiamo che si costituiscano Comitati di Liberazione dal Nemico e dalla Guerra, e associazioni popolari di amicizia con la Russia, con il popolo ebraico, con i palestinesi, con la Cina, e naturalmente tra i popoli d’Europa e d’America.
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Adolfo Perez Esquivel, Premio Nobel per la pace 1980, Padre Raffaele Nogaro, gia’ vescovo di Caserta, Domenico Mogavero, gia’ vescovo di Mazara del Vallo, e i due siti “Prima loro” con Raniero La Valle e “Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa’” con Francesco Domenico Capizzi; con: Riccardo Petrella per l'”Agora’ degli Abitanti della Terra”, “Disarma” con Claudio Grassi e Linda Santilli, “Adista” con Eletta Cocuzza e Ludovica Eugenio, Domenico Gallo con “Chiesa di tutti Chiesa dei poveri”, Francesco Di Matteo con i Comitati Dossetti per la Costituzione, Adriano Prosperi, Roberta De Monticelli. Antonio Malorni, Giovanni Russo Spena, Giovanni De Plato, Anna Corsi, Federico Licastro, Franco Nanni, Roberto De Vogli, Vincenzo Balzani, Elena Roberta Astore, Marta Bettini, Maurizio Guermandi, Eugenio Santoro, Duccio Campagnoli, Valentina Prosperi, Pasqualino Masciarelli, Marilena Prosperi, Maria Sabatino, Giuseppe Vinci, Antonino Arcoraci, Massimo Famularo, Morena Gubellini, Claudia Boni, Rudi Fallaci, MariaTeresa Cacciari, Daniele Barbieri, Ilaria Barbieri con “Pane Pace Lavoro”, Elena Lanzoni con “Tonalestate” Summer University, Franco Ventriglia, Michele Agrelli, Carlo Freccero, Raffaella Costi, Stefano Fassina, Maria Paola Patuelli, Luigi Marino, “Associazione Massimo Gorkj” di Napoli.
Quanti vogliano associarsi alla trasmissione di questo allarme possono farlo scrivendo all’indirizzo: info@smips.org, corrispondente al sito: www.smips.org
