
In questi giorni si svolge una tre giorni importante dedicata a Vulci, un luogo su cui, durante la mia amministrazione, ho tanto creduto e investito.
Sono felice che la Regione Lazio abbia confermato un contributo di 250 mila euro, che compensa la diminuzione della stessa cifra da parte del Comune di Montalto di Castro.
Mi duole infatti constatare che l’attuale amministrazione abbia sostituito — e non aggiunto — risorse, utilizzando i fondi regionali al posto di quelli comunali. Soprattutto nell’anno del Giubileo 2025, Vulci avrebbe bisogno di una spinta in più per diventare ancora più attrattiva e valorizzare appieno le sue potenzialità turistiche e culturali.
La scommessa che abbiamo avviato anni fa era quella di far conoscere Vulci a un pubblico sempre più ampio, portando turisti dal territorio e da Roma, attraverso un’intensa attività di promozione.
Per farlo abbiamo organizzato convegni, eventi, concerti, e invitato personalità di rilievo capaci di dare visibilità al sito e a tutto il territorio circostante.
Quando mi sono insediato come sindaco, nel 2012, ho trovato la società che gestiva il Parco di Vulci in liquidazione, con il rischio concreto di perdere decine di posti di lavoro e professionalità consolidate, oltre alla gestione di un attrattore turistico e culturale di straordinaria importanza.
La sfida di rimetterla in piedi trasformandola in Fondazione funzionò: i posti di lavoro furono salvati e il Parco di Vulci, grazie alle sue scoperte, alle collaborazioni con università di tutto il mondo e con il Ministero della Cultura, ha iniziato a produrre utili invece che perdite.
In questo modo sono state salvaguardate le competenze e le professionalità locali, che altrimenti sarebbero andate perdute.
So bene cosa significhi impegnarsi per valorizzare Vulci: ho dovuto anche spiegarlo ai magistrati, che mi contestavano proprio il fatto di aver organizzato eventi per promuoverlo.
Oggi, dopo essere stato assolto con formula piena, rivendico con orgoglio quella visione: perché Vulci va vissuto tutto l’anno, con concerti d’estate e convegni e visite d’inverno.
Ringrazio di cuore la Regione Lazio per l’impegno, e desidero esprimere un sentito ringraziamento anche al Cda uscente per il lavoro svolto con grande dedizione e competenza. Pur avendo terminato il proprio mandato, ha dimostrato di continuare ad amare profondamente il parco, contribuendo a renderlo un punto di riferimento per il nostro turismo archeologico e culturale.
Mi auguro che, proprio per il valore del lavoro fatto, alcuni componenti — se disponibili — possano essere riconfermati, per dare continuità a un percorso di crescita importante.
Vulci non è solo del Comune o della Regione: Vulci è di tutti.
È un patrimonio unico al mondo, il cuore della nostra identità e del nostro turismo archeologico.
Solo collaborando e sommando le forze potremo continuare a farlo crescere e renderlo davvero il volano culturale e turistico che merita di essere.
A tutti i partecipanti al XXXI Convegno dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi e Italici auguro buon lavoro.
Sergio Caci