A riguardo del comunicato stampa dell’Ente Monti Cimini – Riserva naturale Lago di Vico sull’errata affermazione che “I lupi non sono pericolosi per gli esseri umani e si guardano bene dall’avvicinarsene…”
Giovedì 18 settembre alcune testate giornalistiche hanno, senza colpa alcuna, ricevuto e pubblicato un comunicato stampa dell’Ente Monti Cimini-Riserva naturale Lago di Vico nel quale sono riportati dati assolutamente falsi. Premettiamo che, contattato appositamente, Andrea Sasso – del Settore comunicazione dell’Ente Monti Cimini-RNR Lago di Vico – ci ha spiegato: “Prima di divulgare il comunicato stampa in questione l’abbiamo inviato per una supervisione e controllo al prof. Francesco Petretti, il quale infatti ha tolto un paio di passaggi e lasciato il resto. Ci siamo affidati alla sua conoscenza, essendo un noto biologo e divulgatore scientifico anche televisivo”.
Ma, stando così le cose, il prof. Petretti parrebbe contribuire alla diffusa disinformazione pro lupo, perché non saprebbe come stanno effettivamente le cose, non leggendo la documentazione scientifica e ufficiale, o forse manco leggendo i giornali. Nel comunicato, che ripetiamo sarebbe stato visionato preventivamente dal biologo, c’è infatti scritto: “E, dunque, i lupi attaccano gli esseri umani? Forse in Alaska e Siberia… Il lupo è un animale estremamente elusivo, rifugge la nostra presenza e, avendo molte prede a disposizione, certamente non si mette alla caccia degli uomini, attività per lui rischiosa e dispendiosa in termini di energie…”. Invece altro che elusivo, visto che vengono ormai pubblicati quasi ogni giorno fotografie e video di lupi anche in branco persino di giorno, in prossimità o dentro i centri abitati italiani, davanti a persone.
Attaccano gli esseri umani solo e forse in Alaska e Siberia? Falso, visto che il 24 luglio scorso l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, branca scientifica del Ministero dell’Ambiente) ha comunicato ufficialmente: “L’ISPRA negli ultimi dieci anni è stato sempre più frequentemente chiamato a fornire supporto agli organi locali (Comuni, Regioni, Province Autonome, Aree protette e Prefetture) nel gestire situazioni di allarme sociale legate a questo fenomeno. Sono state ben 100 le situazioni in cui è stato interpellato l’Istituto negli anni 2017-2024, di cui 61 solo nel biennio 2022-2023. Nell’arco temporale 2017-2024, sette sono stati gli individui di lupo che hanno manifestato un atteggiamento aggressivo nei confronti dell’uomo, realizzando 19 aggressioni, tra cui gli 11 attacchi di una singola lupa registrati a Vasto nell’estate del 2023. A questi eventi si aggiunge il recente caso di Agnone, in Provincia di Isernia, avvenuto lo scorso 10 giugno, nel quale una femmina di lupo ha morso una ragazza ed è stata immediatamente catturata e trasferita in un recinto del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Numerosi sono stati inoltre i casi di lupi che hanno cominciato a frequentare assiduamente i contesti abitati dall’uomo, in alcuni casi predando cani e gatti randagi o padronali, a volte anche custoditi all’interno di aree recintate”.
Ricordiamo che, tra questi, due bambini di 5 anni furono afferrati e feriti nel 2023 – azzannati alla schiena, addirittura di giorno sulla spiaggia e in mezzo ai bagnanti – dalla famosa lupa di Vasto e si salvarono solo perché i genitori li trattennero per le gambe. Lo stesso accadde nel 2024 addirittura dentro un parco pubblico di Roma, un bambino della stessa età trascinato via ma salvato a fatica da un gruppo di ragazzi. In tutti questi casi i bambini feriti finirono in ospedale e i lupi furono infine catturati ed esaminati col DNA. Erano lupi, e non socializzati. Di conseguenza, sempre ISPRA e quindi il relativo Ministero, nel dicembre 2024 ha redatto un protocollo per la gestione dei lupi urbani e confidenti, che nell’Allegato 5 spiega addirittura come presentare la richiesta di autorizzazione e/o parere per deroga per interventi di rimozione tramite captivazione permanente o abbattimento selettivo o soppressione di individui di lupo/branco urbano e/o confidente. Già, perché l’art. 16 della Direttiva Habitat, adottata anche dall’Italia, prevede da decenni deroghe per l’abbattimento dei lupi, inclusi quelli manifestamente pericolosi, anche se di specie protetta. A proposito degli attacchi di lupi a esseri umani vogliamo ricordare che solo per il XIX secolo il famoso studio internazionale e scientifico The fear of wolves: A review of wolf attacks on humans edito nel 2002 dal Norsk institutt for natuforskning cita che in Italia ci furono 112 attacchi, con 77 persone uccise, di cui solo 5 da lupi idrofobi mentre negli altri 72 casi si trattò di attacchi predatori, anche con il consumo delle vittime. Altro che “Forse in Alaska e Siberia”… Ricordiamo che l’ultima persona attaccata mortalmente da un lupo in Italia, precisamente nel Mugello, fu un uomo, ferito alla gola nel 1923 e trasportato all’ospedale di Marradi, dove però morì, come descritto dal giornale Messaggero del Mugello dell’11 marzo 1923, di cui abbiamo copia.
Per finire, sottolineiamo l’assurdità nel comunicato là dove dice: “il cane lupo cecoslovacco, o clc, che ha più dna di lupo che di cane”. Non è vero. Anche il più lupino dei cani lupi cecoslovacchi puri non supera il 37% di sangue di lupo, e quindi la gran parte è di cane. E già così è di difficile gestione per i neofiti, figuriamoci se fosse in massima parte lupo. Delle due cose, una: il prof. Petretti non ha letto il comunicato, oppure se l’ha letto e non ha eccepito quanto sopra e quindi l’ha convalidato, a nostro parere dovrebbe essergli inibito di svolgere il ruolo di divulgatore pubblico, quantomeno televisivo, specie sulle reti statali.
Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurali
