
Così come voluto dal Presidente dell’Associazione Teatro Boni Tolmino Piazzai, dalla Compagnia Retropalco e dal Comune di Acquapendente. Nella location di Piazza della Costituente 9 Sabato 25 alle ore 21.00 e Domenica 26 Ottobre alle ore 17.30 “tirerà su la saracinesca” l’osteria di Alfio ed i suoi attori-ospiti: Fabio Vitali, Loriano Ronca, Paolo Peverini, Valeriano Brozzoli, Manuel Dionisi, Ilenia Costa, Noemi Pinzi, Ilaria Dionisi, Luigi Mancini, Enrico Squarcia, Roberto Colonnelli, Caterina Dominici, Fabio Paggetti, Nicola Mosci, Francesca Dominici, che illuminati e vocalizzati da Lorenzo Ferrigno tra un fiasco di vino sempre pieno e la storia che bussa alla porta intrecceranno il proprio destino con il profumo del pane ed il tintinnio dei bicchieri parlando di politica, amore e rivoluzione ma senza prendersi troppo sul serio.
Domenica 2 Novembre alle ore 17.30 arriverà una produzione teatrale del Centro Artigiano. In pillole “Bellezza Orsini” la costruzione di una strega. Con Maria Cristina Cionta e Luca Negroni. Che per la drammaturgia e la regia di Silvio Giordani del testo di Michele di Sivo che come sottolinea la stupenda bibliografia parla del “processo per stregoneria contro Bellezza Orsini, avvenuto nel 1528 nella Rocca di Fiano, presso Roma, è al centro di questo libro. Condotto dal Tribunale del conte di Pitigliano Ludovico Orsini, il processo è misterioso sin dalla data, perché sulle carte non ne compare nessuna e fu invece inserito in un volume del Tribunale del Governatore di Roma del 1540. Tutto avvenne dunque prima dell’istituzione del Tribunale del S. Uffizio (1542). Misteriosa è pure la protagonista, che fu serva della famiglia di cui portava il nome e guaritrice nella Sabina, attività che dopo il Sacco di Roma del 1527 la portò alla diffamazione da parte della Comunità. L’accusa di stregoneria e fattucchieria a una curatrice, conoscitrice di erbe e pozioni, era frequente in questo tipo di inquisizioni, e avverrà ancora in futuro in molti altri casi. Qui però c’è una donna di circa 45-50 anni capace di leggere e scrivere, che sostiene di basarsi su un “libro de 180 carte” contenente “tucti li secreti del mondo” ed elabora una confessione autografa separata dal verbale degli interrogatori. Studiato come un testo rilevante dal punto di vista linguistico, il quaderno di Bellezza è per la prima volta analizzato nel suo contesto e nel suo significato di memoriale consegnato qualche giorno dopo le torture cui fu sottoposta. Trascritto poi dal notaio in forma diversa, il quaderno fu nascosto e trasferito da Fiano. Nella prima parte del libro si spiegano le origini di Bellezza Orsini, i riferimenti al suo libro, le ragioni del processo e degli interventi sulle carte; si esamina inoltre il percorso che portò l’inquisita alla “convinzione” d’essere strega e alla descrizione del sabba sotto al noce di Benevento, confessata da Bellezza Orsini dopo un’abile manipolazione processuale guidata da trattati come il Malleus maleficarum del 1487. Dopo quella confessione, pronunciata prima di scrivere il quaderno, nel suo testo Bellezza Orsini rivela invece la sua propria visione della stregoneria, cui seguì la sanguinosa conclusione della vicenda. Nella seconda parte si pubblica l’edizione integrale del processo, finora inedita nella sua interezza.Con la pubblicazione di questo volume l’Associazione Roma nel Rinascimento si propone di offrire un decisivo contributo alla migliore conoscenza di un documento straordinario per molti motivi: la rarità di processi per stregoneria nell’area romana, la confessione autografa, la personalità dell’inquisita, la presenza nei suoi interrogatori dell’idea di organizzazione della stregoneria, la possibilità di una comparazione, offerta dalla fonte, tra le diverse versioni della narrazione, costruita nella drammatica dialettica tra l’inquisita, il giudice e il notaio”
