Un sabato con Francesca Comencini, la grande serata di EFF 2025

Figlia del grande Luigi, è uno dei modelli più entusiasmanti del cinema italiano
La grande attesa di EFF 2025 è Francesca Comencini. Salirà sul palco di Piazzale Frigo, nel centro storico di Montefiascone, sabato 26 luglio, per ricevere l’Arco di Platino. Subito dopo la proiezione di ‘Il Tempo che ci vuole’, film che ha appena ottenuto cinque Nastri d’Argento, tra cui miglior film e migliore sceneggiatura.
Regista, sceneggiatrice e aiuto regista, è figlia del grande Luigi Comencini. Nonostante il suo sogno nel cassetto sia quello di diventare una scrittrice, nel 1984 si dedica alla regia dirigendo Pianoforte (1984), storia autobiografica di una studentessa universitaria e di un giornalista affermato, entrambi tossicodipendenti. La pellicola le permette di vincere il Premio De Sica al Festival di Venezia. È il suo primo successo.
Negli anni seguenti, si occupa della sceneggiatura di Un ragazzo di Calabria (1987), per la regia di suo padre Luigi, e del francese La luce del lago che lei stessa dirigerà nel 1989. Negli anni novanta, dopo essere stata assistente regista del padre in Marcellino (1991) (remake del più classico Marcellino pane e vino, 1955), firma l’inedito Annabelle partagée (che uscirà in Francia e nei paesi limitrofi) e poi i documentari Elsa Morante (1995), dedicato alla famosa scrittrice italiana, e Shakespeare a Palermo.
Con l’arrivo del nuovo millennio, è nei migliori cinema con Le parole di mio padre (2001). Compagna del produttore Philippe Dugay e madre dell’attrice Camille Dugay Comencini, nel 2003 è l’autrice del documentario Firenze, il nostro domani, poi l’anno successivo, arriva il suo film più intenso Mi piace lavorare (Mobbing), con Nicoletta Braschi, che vincerà il Premio della Giuria al Festival di Berlino e il Nastro d’Argento come miglior soggetto.
Dopo un’attesa di due anni e un costernato omaggio in pellicola al dramma aquilano (L’Aquila 2009, ha diretto il segmento ‘Le donne di San Gregorio‘) torna al cinema vero e proprio con l’ispirato e femmineo Lo spazio bianco (2009) con Margherita Buy, Gaetano Bruno e Giovanni Ludeno. Tre anni dopo è in Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia con Un giorno speciale, storia di un incontro tra due ragazzi nel loro primo giorno di lavoro.
Dopo la direzione di molti episodi di Gomorra, è dietro la macchina da presa per il film Amori che non sanno stare al mondo (2017), con Lucia Mascino e Thomas Trabacchi.
Dopo le serie Luna nera e Django, presenta alla Mostra del Cinema (fuori concorso) Il tempo che ci vuole, film autobiografico dedicato al padre.
Grande fonte di ispirazione per tutte quelle donne che vogliono intraprendere la carriera delle registe, Francesca Comencini è uno del modelli più entusiasmanti del cinema italiano anni Novanta.