“Il Ponte di Civita, 60 anni di un’icona”

A sessanta anni esatti dal taglio del nastro sull’attuale ponte di Civita di Bagnoregio l’inaugurazione di una mostra dedicata a un simbolo della tenacia di una comunità, quella civitonica, dell’abilità e della perseveranza di un grande intellettuale del Novecento, Bonaventura Tecchi, e del genio tecnico italiano.
Venerdì 12 settembre, ore 16, apre la mostra ‘Il Ponte di Civita: 60 anni di un’icona’, voluta dal Comune di Bagnoregio e realizzata da Casa Civita srl. Sarà ospitata all’interno dello spazio espositivo a Palazzo Alemanni, proprio nel cuore del borgo.
Un omaggio ma soprattutto un’occasione di riflessione e riscoperta di un pezzo fondamentale della storia del territorio. Il senso lo spiega bene il sindaco di Bagnoregio Luca Profili: “A 60 anni dal momento in cui questo nostro ponte ha cambiato il modo di accedere a Civita abbiamo deciso di restituirgli qualcosa. Vogliamo ringraziarlo per il suo buon servizio. Milioni di persone lo hanno attraversato e la cosa ha dell’incredibile, se pensiamo che porta a un borgo minuscolo, con una decina scarsa di abitanti”.
“Siamo arrivati a questa mostra attraverso un lavoro di mesi articolato e complesso. La raccolta del materiale ma soprattutto l’utilizzo della tecnica dello storytelling sono stati i due momenti cruciali – racconta l’amministratore unico di Casa Civita Francesco Bigiotti -. Siamo partiti da una serie di domande a cui abbiamo voluto trovare risposte: qual è la storia di questo collegamento tra Civita e l’area di Mercatello? Quali i nomi e i volti degli uomini a cui lo dobbiamo? E che aspetto hanno i progetti e le calligrafie di chi tanto ha scritto affinché diventasse possibile? E quali storie di rovina e speranza hanno insegnato le cose che servono per tenerlo in piedi e rendere ancora viva la bellezza di Civita?”.
La mostra nasce da un’ampia e preziosa raccolta di documentazione storica, archivistica, iconografica e fotografica realizzata dal geologo Claudio Margottini. Una lunga carriera come esperto UNESCO, docente universitario in Italia e Cina, membro del Servizio Geologico d’Italia, fino al prestigioso incarico di Addetto Scientifico presso l’Ambasciata d’Italia in Egitto. In qualità di curatore, il professor Margottini ha reso disponibile non solo il proprio patrimonio di conoscenze scientifiche, ma anche i frutti di un lavoro di ricerca e di collezione di materiali protrattosi per quasi cinquant’anni.
Nelle sue parole: “Questa esposizione rappresenta una pietra miliare della mia vita. Pur avendo operato in moltissimi Paesi tra i più svantaggiati della terra, ho sempre sentito l’esigenza di mantenere vivo il legame con le mie radici orvietano-viterbesi e, dunque, con questa terra. Civita di Bagnoregio non è soltanto un luogo di straordinaria rilevanza per le scienze della Terra e quindi affine alla mia formazione culturale, ma è anche la comunità che mi ha accolto e nella quale mi sono sentito parte integrante”.
A dare un supporto fondamentale nell’ideazione e realizzazione della mostra per Casa Civita srl Federica Maria Capotosti e Roberto Pomi.
Il visitatore si trova davanti un racconto che intreccia tante storie e persone diverse. Due timeline sono state costruite per dare allo spettatore la consapevolezza dell’evoluzione della strada, poi diventata ponte, che da sempre ha unito Civita a Mercatello. Se Civita di Bagnoregio è sempre stata descritta come un luogo dove le forze della natura e l’evoluzione del paesaggio ne hanno condizionato la sopravvivenza, è altrettanto vero che il perno di questa narrazione è nel “cordone ombelicale” che la collega a resto del mondo e quindi in questa ripida cresta di accesso, localmente chiamata sella, in continua erosione a causa dei tanti movimenti franosi. Basti ricordare che ben tre ponti si sono succeduti nel XX secolo.
Grandi fotografie implementate con inserimenti grafici di testi permettono di comprendere la storia di questo collegamento ma, soprattutto, gli elementi essenziali del ponte inaugurato nel 1965.
Poi una serie di focus importanti: sulle condizioni di vita a Civita tra il 1962 e il 1965, con il rischio dello sgombero e la fine del borgo sempre incombente; sulla figura immensa di Bonaventura Tecchi, che si è battuto in maniera martellante affinché Civita non finisse i suoi giorni; su Alvaro Giammatteo, l’ingegnere che ha firmato il progetto del ponte realizzato; sull’azienda S.C.A.C. che portò la sua tecnica all’avanguardia sui cementi armati centrifugati per dare a Civita un ponte di valore internazionale; sulle caratteristiche geologiche e geomorfologiche di un territorio ricco di unicità; sulla capacità del ponte di diventare icona per l’industria dell’immagine (cinema e pubblicità).
Un lavoro che restituisce alla comunità bagnorese una pagina difficile ed eroica della propria storia e che permetterà ai visitatori che ogni anno arrivano a Civita da ogni parte del mondo di comprendere meglio l’eccezionalità e il valore del luogo.
Tutte le informazioni nella sezione mostre del sito www.casacivitabagnoregio.it




