Convegno per la pace “Se il più forte detta legge – Costruire l’alternativa alla guerra totale”

Viterbo, venerdì 16 maggio ore 16,00
Università della Tuscia, Aula 14 – Via S. Maria in Gradi
In un tempo in cui il rumore delle armi soffoca sempre più le voci della ragione e della coscienza umana, il
Tavolo per la Pace di Viterbo e il MEIC – Lo Studiolo organizzano un importante convegno per la pace
dal titolo “Se il più forte detta legge – Costruire l’alternativa alla guerra totale”.
L’evento nasce dalla consapevolezza che stiamo attraversando una fase storica di progressiva perdita
della fiducia nel diritto internazionale, che a volte sfocia in un vero e proprio rinnegamento dello stesso.
Le regole che, dopo le tragedie del Novecento, avrebbero dovuto garantire convivenza tra i popoli e
risoluzioni pacifiche dei conflitti, vengono oggi sistematicamente ignorate. In tal senso, risuona forte
l’appello a una pace “disarmata e disarmante” lanciato da papa Leone XIV nel suo primo messaggio al
mondo; parole che non lasciano indifferenti e che rappresentano uno stimolo nuovo a operare per la
giustizia e il dialogo, sulla scia della testimonianza di papa Francesco a cui questo appuntamento è
dedicato.
Una riflessione che risulta ancora più urgente in uno scenario – dalla guerra in Ucraina alla devastazione
in Palestina – segnato da un ritorno brutale alla logica del più forte, che impone il suo dominio con la
forza, calpestando ogni principio di legalità internazionale.
In particolare, non si può restare indifferenti di fronte a ciò che sta accadendo a Gaza, dove l’intervento
militare israeliano ha superato ogni soglia di umanità e proporzionalità, colpendo indiscriminatamente civili, donne, bambini, operatori sanitari, operatori umanitari, giornalisti, scuole e ospedali; dove il piano in questi giorni prospettato dal governo Netanyahu, con l’occupazione di parte della Striscia e l’espulsione di chi in quella terra è nato e vissuto, assume i contorni della pulizia etnica. Una crisi umanitaria che interroga profondamente le nostre coscienze e rivela l’impotenza – e spesso la complicità – della comunità internazionale.
L’intensificarsi dei conflitti (anche quelli fuori dei riflettori, in Congo e in Sudan) ottiene come risposta
un’impennata della scandalosa corsa al riarmo, in particolare quello europeo, che coinvolge anche l’Italia.
Solo per la cosiddetta “difesa europea” si prevede una spesa di oltre 800 miliardi di euro nei prossimi
anni, mentre si tagliano risorse alla sanità pubblica, alla scuola, alla protezione ambientale.
Tutto questo in un contesto globale in cui alcune delle potenze coinvolte nei conflitti detengono armi
nucleari (ultimo campanello d’allarme arriva dalla tensione appena rinfocolata tra India e Pakistan) che,
matematicamente, non possono risolvere i conflitti, ma solo avvicinare l’umanità a una catastrofe globale.
Il convegno si propone come spazio di consapevolezza e resistenza culturale, con il contributo di relatori
di grande rilievo nazionale, ciascuno impegnato – da prospettive diverse – a contrastare le logiche di
guerra e promuovere alternative concrete e sostenibili (una scheda informativa in https://www.ss5.it/pace/ ).
- Fabrizio Battistelli, sociologo e presidente dell’Archivio Disarmo, aprirà la riflessione sulla crisi
geopolitica del mondo post-bipolare, in cui le grandi potenze impongono interessi e alleanze
svincolate da ogni cornice giuridica condivisa. - Francesco Vignarca, analista esperto di spesa militare e coordinatore della Rete Italiana Pace e
Disarmo, metterà in discussione il progetto europeo di riarmo e il ruolo che l’Italia sta assumendo
nella militarizzazione del continente. - Giulio Marcon, portavoce della campagna Sbilanciamoci, illustrerà dati e proposte alternative,
mostrando come sia possibile – e doveroso – destinare i fondi pubblici al benessere delle persone,
invece che all’industria bellica. - Antonella Litta, medico e rappresentante dell’ISDE – Medici per l’Ambiente, analizzerà le gravi e
spesso taciute conseguenze ambientali dei conflitti armati: contaminazioni del suolo, inquinamento
dell’aria, devastazione degli ecosistemi. - don Tonio Dell’Olio, presidente della Pro Civitate Christiana, già coordinatore nazionale di Pax
Christi Italia, offrirà una riflessione etica e sociale su come costruire pratiche di pace dal basso,
capaci di fare rete tra esperienze locali e dimensione globale.
Interverrà con un videomessaggio anche Moni Ovadia, celebre attore e regista teatrale, da sempre voce impegnata nella difesa dei diritti umani.
Completeranno il programma Roberta Leoni che, collegandosi dal convegno nazionale dell’Osservatorio Nazionale contro la Militarizzazione delle Scuole, denuncerà il lento ma sistematico inserimento del pensiero bellico nella scuola e nell’Università, attraverso progetti, concorsi e iniziative che mirano a normalizzare la guerra tra le giovani generazioni; e una testimonianza dell’attore e scrittore Pietro Benedetti, che ricorderà la figura del nostro poeta Alfio Pannega, simbolo di un impegno popolare per la pace mai dimenticato. Si aprirà quindi il dibattito col pubblico.
Il convegno vuole essere non solo un’occasione formativa, ma anche una chiamata all’impegno civile, perchè oggi più che mai occorre prendere coscienza del fatto che le conquiste democratiche nate dal secondo dopoguerra sono in grave pericolo e che, se prepararsi alla guerra sembra essere diventata la nuova normalità, la pace è invece l’unico progetto possibile per il futuro dell’Umanità.
Tavolo per la pace di Viterbo
MEIC – Lo Studiol