
L’Università della Tuscia compie un significativo balzo in avanti nel panorama accademico nazionale, confermandosi come un Ateneo in piena crescita e sempre più competitivo. I dati diffusi dal Ministero dell’Università e della Ricerca relativi agli indicatori della programmazione triennale 2025 confermano l’Ateneo viterbese in quasi tutti i principali ambiti strategici: dalla qualità della didattica all’efficacia della formazione, dall’internazionalizzazione alla produttività scientifica, passando per la capacità di attrarre risorse e giovani talenti. In particolare, la proporzione di studenti che si iscrivono al secondo anno con almeno 40 CFU – indicatore cruciale della qualità e dell’efficacia del percorso formativo – è cresciuta dal 37,6 % al 41 %, valore che ha determinato un miglioramento di cinque posizioni nel ranking nazionale.
Ancora più marcato è l’avanzamento nella composizione del corpo docente: la quota di professori appartenenti a settori scientifico‑disciplinari di base e caratterizzanti è salita al 95,6 %, mettendo l’Ateneo dalla 39ª alla 11ª posizione su 64 atenei complessivi, a ulteriore dimostrazione di una progettazione didattica solida e coerente. Risultati che si riflettono anche nella percezione degli studenti, con un tasso di soddisfazione tra i laureandi salito al 92,9 %, che colloca la Tuscia all’8º posto assoluto in Italia. Uno dei dati più significativi riguarda la capacità dell’Università di generare risorse attraverso attività di ricerca e trasferimento tecnologico. Il 25,5 % dei proventi totali dell’Ateneo proviene oggi da progetti commissionati, bandi competitivi e innovazione, mantenendo stabile la 3ª posizione nazionale alle spalle dei soli politecnici di Milano e Torino. Un risultato che assume ancora più rilievo se si considera che la media dei proventi da ricerca negli atenei italiani è inferiore al 6 % del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO), mentre alla Tuscia essi rappresentano una risorsa strategica per crescita e autonomia. Pure il dottorato di ricerca presenta segnali estremamente positivi, con un incremento della proporzione di iscritti con borsa rispetto ai docenti di ruolo e un avanzamento di 14 posizioni nella classifica con un nono posto assoluto. La formazione avanzata e la mobilità internazionale, pur restando aree in fase di sviluppo, mostrano dinamiche incoraggianti: migliora la percentuale di dottori di ricerca che hanno trascorso almeno sei mesi all’estero, e cresce, seppur gradualmente, la quota di CFU acquisiti in mobilità, anche virtuale. Infine, sul fronte del reclutamento, l’Ateneo si distingue per il rafforzamento del corpo docente, con un’apertura crescente all’esterno (la quota di professori assunti da altri Atenei sale al 9,4 %) e il consolidamento del ruolo dei ricercatori, posizionando la Tuscia tra i primi tre in Italia per capacità di inserimento e valorizzazione delle giovani leve accademiche.
A commentare i risultati è il Rettore, Stefano Ubertini: “Siamo orgogliosi di questi dati che premiano l’impegno e la dedizione dell’intera comunità universitaria. Ogni indicatore in crescita racconta una storia di lavoro quotidiano, di progettualità condivisa e di attenzione alla comunità studentesca. E questi risultati arrivano in un momento non facile per noi. Il recente incendio che ha colpito duramente il nostro polo di agraria non deve scoraggiarci, ma al contrario farà emergere con ancora maggiore evidenza la forza autentica dell’Ateneo: la coesione, la capacità di reagire e la determinazione a non fermarsi. È da qui che si vede davvero il valore di una comunità accademica. L’Università della Tuscia è oggi più solida, più aperta, più ambiziosa. Guarda al futuro con fiducia. Questi dati confermano che la Tuscia è un modello virtuoso di crescita, innovazione e qualità, in grado di coniugare radicamento territoriale e visione internazionale. Un Ateneo piccolo per dimensioni, ma grande per risultati e prospettive.”