
Da mare a mare, da una sponda all’altra. Stamattina a Montalto è successo qualcosa che andrebbe raccontato con la stessa solennità con cui si raccontano le cose grandi: i bambini hanno preso per mano gli adulti e li hanno portati in marcia.
Sono partiti da Largo del Palombaro, sono entrati nella pineta, sono arrivati al mare . Con sé avevano barchette di carta costruite ieri nel laboratorio di Alice, la libraia de Il Bianconiglio. Piccole imbarcazioni leggere che contenevano messaggi, richieste, desideri. “Speranza”. “Tranquillità”. E poi frutta, verdura, coperte. Nutella. “La pizza di mio padre”. I bambini hanno un vocabolario semplice e implacabile: dicono le cose come stanno. La comunità di Montalto, con la sindaca Emanuela Socciarelli in testa e con le forze politiche presenti, ha scelto di fare della solidarietà una festa pubblica, mettendo al centro proprio loro, i bambini. Allegri, vivaci, disarmanti nella loro chiarezza.
È impressionante quanto si prendano a cuore il futuro dei loro coetanei, i bambini di Gaza che non conoscono ma che sanno. Che sentono. Un mondo a misura di bambino ha un orizzonte vastissimo, spalancato. Inchioda noi adulti alle responsabilità che non sappiamo più nominare. Sulle barchette i bambini hanno scritto l’unica parola che conta: Pace.E Giammarco, sei anni, ha la definizione migliore di tutte. Come si fa la pace? “Facendosi il solletico per smettere di litigare”. Montalto chiama Gaza da una riva all’altra. Intanto è partita la raccolta fondi: nei prossimi giorni l’amministrazione comunicherà come donare. Oggi però — a Montalto, a Pescia Romana — la parola l’hanno avuta i bambini.
Grazie, bambini. Avete ragione voi. Il futuro, se esiste, è di fratellanza e senza guerra. Ve lo dobbiamo tutti…