
La rassegna di musica classica che prenderà il via venerdì 19 fino al 12 ottobre. Otto Comuni tra cui Gallese, Ischia di Castro, Vallerano, Vitorchiano, Bolsena, Sutri e Bassano accoglieranno la IV edizione dell’evento che vede sul palco artisti nazionali e internazionali
È stata presentata questa mattina, nella sede del Comune di Viterbo, la quarta edizione del Festival della Tuscia, che dal 19 settembre al 12 ottobre 2025 trasformerà Viterbo e altri sette Comuni (Gallese, Ischia di Castro, Vallerano, Vitorchiano, Bolsena, Sutri e Bassano) in un grande palcoscenico diffuso. La rassegna, ideata da Vittorio Sgarbi, si conferma appuntamento di riferimento nel panorama culturale italiano, capace di intrecciare musica, arte e paesaggio.
“La Festival della Tuscia rappresenta un’occasione culturale di grande spessore – ha dichiarato la sindaca di Viterbo, Chiara Frontini – ma esprime anche la consapevolezza di una provincia che ha finalmente cominciato a ragionare in una dimensione di sistema e non più solo come una somma di eventi, luoghi, personaggi. È un Festival che esprime la direzione nella quale è necessario procedere per una reale valorizzazione turistica e culturale della nostra terra, cioè presentare e far conoscere la Tuscia nel suo insieme come un territorio ricco di attrattive e capace di diventare una meta di riferimento per gli italiani e gli stranieri”.
Il tema scelto per l’edizione 2025 è La leggerezza. “La leggerezza è stata il punto di partenza nella costruzione di questo programma – ha spiegato Massimo Spada, direttore artistico – perché rappresenta uno degli aspetti più preziosi e sorprendenti della percezione musicale. Siamo spesso portati ad associare la musica a concetti di complessità e profondità intellettuale, dimenticando talvolta il lato più luminoso, positivo e aperto dell’infinita varietà che essa può offrire. Il nostro percorso musicale si apre con le atmosfere cinematografiche del Signore degli Anelli, capaci di trasportarci in un’altra Era, per proseguire con la levigata armonia degli studi di Debussy, fino a giungere al vocalizzo sinuoso e alle danze ceche di Dvořák. Tutto questo ci conduce al cuore del festival: l’esecuzione integrale delle opere pianistiche di Maurice Ravel, il compositore che più di ogni altro ha saputo far vibrare l’aria con la vaporosità e l’incanto dei suoi capolavori”.
Un messaggio ripreso e ampliato da Alfonso Antoniozzi, assessore alla Cultura: “Il Festival della Tuscia 2025 è partitura che si apre nei teatri, nei palazzi, nelle basiliche, con i luoghi che diventano strumenti e la musica che li attraversa come memoria viva. La leggerezza che propone come tema non è certo fuga, ma precisione di un gesto che sa librarsi senza peso superfluo, lasciando nell’aria una traccia che unisce chi suona e chi ascolta. Come ogni spazio porta il proprio timbro e si intreccia con la voce degli interpreti, così ogni ascolto diventa esperienza che non appartiene solo al pubblico ma al territorio stesso. Da musicista sento in questo programma la possibilità rara di far coincidere tecnica e paesaggio, rigore ed emozione, senza mediazioni: non una vetrina ma un intreccio di presenze che restituisce comunità sonora, che rende visibile e udibile l’identità della Tuscia. In questo dialogo la candidatura della nostra città a Capitale Europea della Cultura è ancora una volta evidenza di ciò che già si compie”.
Infine Beatrice Rana, tra le protagoniste più attese del cartellone, ha osservato: “È un privilegio per me tornare a Viterbo e farlo nel Teatro dell’Unione. Suonare qui significa condividere la bellezza con un pubblico attento e partecipe”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato anche Paolo Ciogli, vice direttore del Conservatorio di Musica di Perugia e Claudia Mercuri, assessore di Sutri.
I grandi protagonisti
Anche quest’anno il Festival ospiterà artisti di fama internazionale accanto a giovani talenti emergenti. Tra i nomi più attesi: Beatrice Rana, pianista tra le più apprezzate al mondo, protagonista di un concerto al Teatro dell’Unione di Viterbo (20 settembre). Kian Soltani, violoncellista iraniano di fama internazionale, che aprirà il festival il 19 settembre, sempre a Viterbo. Il Sestetto Stradivari, formato dalle prime parti dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in scena nello splendido Palazzo Farnese di Ischia di Castro (26 settembre). Quatuor Arod, giovane quartetto francese già acclamato a livello internazionale (27 settembre, Villa Giustiniani di Bassano Romano). Gabriele Mirabassi, clarinettista di fama mondiale, che si esibirà con il Metaphora Ensemble (28 settembre, Teatro San Francesco di Bolsena). Calogero Palermo, primo clarinetto dei Berliner Philharmoniker, in concerto a Vitorchiano il 10 ottobre.
Un evento speciale è in programma l’11 ottobre: un concerto nella chiesa che fu frequentata da Georg Friedrich Händel durante la sua residenza in Tuscia, il luogo stesso dove il compositore amava comporre le sue cantate italiane. Benedetto Lupo, pianista raffinato e tra i più apprezzati interpreti italiani, chiuderà la manifestazione il 12 ottobre nella Basilica della Quercia, santuario mariano a Viterbo.
Accanto a loro, uno spazio importante sarà dedicato ai giovani under 35, tra cui gli allievi dell’Accademia Avos Project di Roma e del Conservatorio di Perugia, a testimoniare la vocazione del festival a essere anche laboratorio di crescita e fucina di nuove voci artistiche. Il programma completo e le informazioni per l’acquisto dei biglietti si possono trovare sul sito www.festivaldellatuscia.it.
Un viaggio nella bellezza della Tuscia
Il Festival della Tuscia non è una semplice rassegna musicale: è un vero itinerario culturale tra arte e natura, in cui ogni concerto diventa occasione per riscoprire luoghi di rara suggestione. Dai teatri storici alle chiese, dalle ville rinascimentali ai palazzi ducali, la musica diventa strumento di conoscenza e occasione di incontro, capace di unire comunità e attrarre un turismo culturale attento e sostenibile.
