Nell’assemblea nazionale dei Biodistretti in presenza della direzione del Ministero dell’Agricoltura, il Presidente del Biodistretto della via Amerina e delle Forre è intervenuto sollevando il problema delle scorie radioattive, e ha richiamando il contenuto dell’articolo 13 della legge del Biologico del 9 marzo del 2022, dove si stabiliscono e definiscono le regole generali e le caratteristiche dei Biodistretti.
Nell’articolo 13 si sottolinea l’incompatibilità fra la missione dei Biodistretti e la presenza “di impianti e altre installazioni inquinanti, o altre fonti di rischio significative per la produzione biologica all’interno dei distretti biologici.”
Né potrebbe essere diversamente. Non ha senso fare una scelta di eccellenza nella produzione agricola, scegliere come priorità la produzione biologica, come da quindici anni ha fatto il Biodistretto della Via Amerina e delle Forre, se poi in quel territorio si realizza una discarica di 95 mila m3 di scorie radioattive.
Il ragionamento riguarda l’intera Tuscia. Il viterbese è la prima provincia in Italia per numero di distretti biologici, se ne contano 5, e coprono la maggioranza dei comuni. Ognuno dei 21 siti individuati dalla Sogin per realizzare la discarica nucleare coinvolge direttamente comuni impegnati nel progetto dei biodistretti.
La scelta del deposito di scorie radioattive nella Tuscia non solo è sbagliata per le tante ragioni che abbiamo ripetuto nei seminari, nelle conferenze e nelle grandi manifestazioni, ma è anche una scelta illegale, perché rappresenta una palese violazione della legge sul Biologico del 2022.
La Sogin ancora oggi non rende note le ragioni che l’hanno portata a selezionare i 21 siti della Tuscia, la cosa è particolarmente grave, non solo per il metodo opaco che ha utilizzato nella individuazione dei siti, ma anche per gli evidenti conflitti istituzionali che con le sue scelte rischia di determinare.
E’ tempo di riprendere il filo dell’iniziativa e della contestazione, non dobbiamo farci trarre in inganno dal silenzio e dai diversivi di chi dovrebbe pendere la decisone.
Il 14 Novembre a Vignanello il Biodistretto chiama ad un confronto il Presidente della provincia, consiglieri regionali del territorio, sindaci, comitati contro le scorie, biodistretti ed esperti per insieme discutere il che fare, l’obiettivo è chiaro: fermare il treno di quelle scorie radioattive che vorrebbero portare nel viterbese.
Sandra Gasbarri
Segretaria Fondazione Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre ETS
