 Non è ancora una certezza assoluta, ma gli studiosi NASA del team della missione Cassini sono del parere che potrebbe esserci vita su Encelado, una delle principali lune di Saturno. Questa convinzione è frutto di ben 13 anni di esplorazione attorno a Saturno della sonda “Cassini”, un progetto comune tra la NASA statunitense, l’ESA europea e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi). La missione, lanciata nell’ottobre del 1997, e giunta su Saturno il 1 luglio 2004, ha raccolto dati e informazioni di notevole rilevanza scientifica. Gli scienziati hanno verificato l’ipotesi che possa esserci vita su Encelado in quanto sotto i ghiacci potrebbe celarsi un oceano di acqua. La notizia è stata pubblicata sulla rivista Science ed è stata illustrata in una conferenza stampa. La scoperta – ha commentato il geochimico Jeffrey Seewald, dell’istituto oceanografico Woods Hole - "E' un passo in avanti importante nel valutare quanto Encelado possa ospitare forme di vita”. Con le prossime missioni si andrà a confermare direttamente sul corpo celeste la tipologia di vita biologica presente. Ma questa notizia non è così sconvolgente per gli addetti ai lavori, già nel 2014 infatti, uno studio effettuato da astronomi italiani aveva portato notizie di notevole interesse. La ricerca, condotta da Luciano Iess, dell’università Sapienza di Roma, e finanziata dall’Asi sempre sulla base dei dati rilevati da Cassini, ipotizzava la presenza di vita biologica negli oceani di Encelado. Queste notizie incoraggianti hanno convinto la Nasa ad investire nuovamente in una missione che si pone come obiettivo di far penetrare una sonda-sommergibile all’interno dell'oceano di Encelado al fine di ricavare nuovi importanti dati. Enrico Cavarischia |